

Il nostro paese si distingue per una peculiarità unica: una centralità urbana frutto di decisioni lungimiranti e radicate nella nostra storia. A partire dalla seconda metà dell'Ottocento, Bellusco ha iniziato a formarsi e svilupparsi attorno a un nucleo centrale, sia fisico che simbolico.
Fu allora che si decise di costruire la nuova chiesa parrocchiale in una posizione strategica, a metà strada tra l’abitato sviluppatosi attorno al castello e il borgo di Cantone a nord, allora separati da campi coltivati e boschi. La chiesa divenne il primo elemento di questo centro urbano destinato a crescere: nel giro di pochi decenni sorsero anche il cimitero, il nuovo Municipio, il convento delle suore (oggi Fondazione Maria Bambina), l’oratorio e la scuola primaria di via Roma.
A partire dagli anni Settanta, il centro si è ulteriormente arricchito con la scuola dell’infanzia, la scuola secondaria e gli impianti sportivi, mentre il paese continuava a svilupparsi attorno, conservando però nel cuore della comunità gli edifici e i servizi pubblici. Nel tempo si sono aggiunti altri luoghi significativi: il parco e l’area verde di via Rimembranza, la Corte dei Frati – futura sede della Casa di Comunità -, gli spazi pubblici del castello e, a breve, la nuova biblioteca di via Milano, attualmente in costruzione.
È questo uno dei tratti che rendono Bellusco unica: un modello di sviluppo urbano coerente con la propria identità, dove i servizi condivisi e utili a tutti si trovano nel cuore del paese, letteralmente al centro, rendendolo un luogo vivo, attrattivo e vissuto. Lo spazio urbano diventa così un ambiente aperto alle relazioni e all’incontro con l’altro, il vero antidoto alla solitudine e alla marginalità.
Lo sperimentiamo ogni volta che scegliamo di raggiungere il centro a piedi, compiendo un gesto semplice ma significativo e ci accorgiamo che in meno di 15 minuti si possono percorrere a piedi tutte le principali distanze tra le zone più esterne e i servizi in centro paese. Questo è un privilegio urbanistico raro, che ci ricorda quanto sia preziosa la scelta di concentrare i luoghi della comunità in un cuore comune. Mettere qualcosa al centro significa renderla equamente accessibile da ogni punto del paese, ma anche dare visibilità e valore a ciò che riteniamo importante.
Mantenerli lì, raggiungibili a piedi e intrecciati alle relazioni quotidiane, non è solo una comodità: è una responsabilità condivisa. Ogni giorno, i bambini che scelgono il Pedibus per andare a scuola ci mostrano che si può costruire comunità camminando insieme, parlando tra noi e vivendo gli spazi che abbiamo in comune. Ecco allora che emerge con forza la centralità delle Scuole. Una centralità fisica, certo, ma anche simbolica, educativa e civica. Una scuola al centro è una scuola che dialoga con il paese, che si apre, che partecipa. Il nostro Istituto Comprensivo lo dimostra con iniziative, collaborazioni con le associazioni, percorsi di cittadinanza, progetti sul territorio.
In questo senso, accogliamo con soddisfazione anche la ricostituzione del Comitato Genitori, segno di una partecipazione sempre più viva. Ora, in vista del prossimo anno scolastico, siamo impegnati nel redigere un Piano di Diritto allo Studio che risponda alle esigenze dell’Istituto e stiamo lavorando su nuove progettualità per il rinnovo degli edifici scolastici. In questo numero dell’informatore troverete, invece, un approfondimento sul progetto del campus scolastico-sportivo, un punto di arrivo importante per completare la sistemazione degli spazi aperti di via Pascoli.
Con la fine dell’anno scolastico alle porte, rivolgo un augurio di buona estate a tutte le bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi. A loro il grazie per l’energia e la curiosità che portano ogni giorno nei nostri spazi pubblici. Il testimone passa ora ai centri estivi, a cui auguro buon lavoro e buon divertimento.